Salta il bonus psicologo, nasce la Seduta Sospesa: offrire la psicoterapia a chi non può permetterselo
Nella manovra 2022 salta il bonus psicologo. Approvati invece il bonus mobili, monopattino e zanzariere. Sono stati stanziati 20 milioni per il supporto psicologico nell’ambito della scuola per studenti, studentesse e personale. Ma tutte le altre categorie sono state tagliate fuori. Lo psicologo, in piena pandemia, con l’ansia incontrollabile ormai da mesi, non sembra essere una priorità.
Eppure i dati parlano chiaro: il bisogno di prendersi cura della propria psiche e della propria emotività è cresciuto in seguito alla pandemia. Secondo uno studio condotto da psichiatri, esperti di sanità pubblica e biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Genova e di Pavia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, infatti, oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown dello scorso anno. Con una riduzione della qualità di vita in più del 60% dei soggetti e ripercussioni sul ritmo sonno-veglia in più del 30%. Più colpite le donne.
Moltiplicate le richieste di supporto psicologico
«Nell’ultimo periodo, le richieste di aiuto e sostegno sono, giustamente, quadruplicate. Non tutti, però, possono permettersi uno psicologo. Noi del gruppo Dimmy.it, nel nostro piccolo, abbiamo messo a disposizione gratuitamente molte ore del nostro tempo: gestiamo e alimentiamo di contenuti il gruppo Facebook Dimmy, così come la chat di orientamento di Dimmy.it e il ProntoDimmy, un servizio di consulenza telefonica gratuita e aperta a tutti. Inoltre, ciascuno degli esperti dello staff Dimmy ha preso in carico pro bono una persona che non può pagare una psicoterapia. Di più, in questo momento, non possiamo fare, ma insieme, forse, possiamo fare la differenza», spiega la Dottoressa Marinella Cozzolino, Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Presidente dell’Associazione Italiana Sessuologia Clinica e ideatrice di Dimmy, il portale della psicologia.
Nasce la seduta sospesa
Chi non conosce il caffè sospeso, la meravigliosa abitudine napoletana di lasciare al bar un caffè pagato per chi non può permetterselo? Con Dimmy è possibile offrire una seduta a chi non ha la possibilità di pagarla ma ne ha bisogno. Al raggiungimento delle 10 sedute offerte, uno degli psicoterapeuti dello staff prende in carico una persona per iniziare con lei un percorso. Sul portale Dimmy.it si può acquistare le sedute di sostegno psicologico al prezzo calmierato di 45 euro. È possibile offrirne una o il pacchetto da 5 o da 10.
Lo psicologo in linea
Pronto Dimmy 068411518 è una linea gratuita cui risponde uno psicologo, dalle 13.00 alle 16.00 il martedì ed il giovedì. L’esperto ascolta la persona e la orienta al tipo di sostegno più adatto alla sua situazione e più comodo da raggiungere e sostenere economicamente.
La chat gratuita
Chiunque arrivi sul portale Dimmy può entrare in una chat privata e gratuita ed ottenere un servizio di orientamento alla terapia online, dalle 8 a mezzanotte. In base al vissuto e alle problematiche che la persona manifesta viene indirizzata all’esperto più adatto. «In questo periodo rispondiamo a circa 80 chat al giorno. Se normalmente una chat ha una durata media di 10- 15 minuti, ora ci ritroviamo a gestire chat di un’ora/ un’ora e mezza. Questo perché ci riesce impossibile abbandonare la persona con i suoi problemi se non può permettersi di pagare una terapia», spiega la Dottoressa Cozzolino.
Il gruppo Facebook
«Dimmy utilizza come strumento di supporto gratuito anche un gruppo chiuso Facebook in cui, a turno, i 15 psicologi, psicoterapeuti e sessuologi dello staff, rispondono, propongono temi e contenuti agli utenti. Questi possono intervenire liberamente, senza limiti di lunghezza del proprio post, anche anonimamente e ricevere un supporto, non solo dagli esperti Dimmy, ma anche dagli altri utenti che formano la community», continua l’esperta.
I limiti del Servizio Sanitario Nazionale
«Spesso inviamo le persone che ci contattano telefonicamente o via chat e che non possono permettersi una terapia privata alla ASL. Il limite però è che i servizi sul territorio a disposizione del cittadino, non prevedono continuità. Si rischia quindi di andare una volta a settimana ma di non parlare mai con lo stesso terapeuta. E occorre ricominciare ogni volta da capo», commenta la Dottoressa Cozzolino.
L’avvento del Covid
«I limiti del Sistema Sanitario Nazionale si sono ampliati con l’arrivo del Covid. Durante il primo lockdown, con la chiusura generale di tutte le attività, anche le sedute dei pazienti presi in carico dalle ASL sono state interrotte. Mancava infatti la possibilità di effettuare le sedute online e, proprio nel momento di maggiore bisogno, le persone sono rimaste sole con i propri problemi», sottolinea la Dottoressa Cozzolino.
Accompagnare le persone
«Eppure le persone andrebbero accompagnate e sostenute per evitare situazioni più gravi. In molti, dall’inizio della pandemia hanno sviluppato la cosiddetta sindrome della capanna, la paura di uscire di casa, che porta a rifugiarsi quindi tra le mura domestiche per sentirsi al sicuro. Di questa sindrome soffrono molto i giovani, che hanno trovato rifugio anche in tutto ciò che è virtuale, sviluppando un’ansia da prestazione nei confronti della gente. Ma mentre noi adulti possiamo provare a superare i momenti difficili richiamando alla mente i ricordi delle esperienze vissute, i giovani non possono puntare sull’esperienza poiché non hanno avuto ancora modo di costruirsela. Vanno perciò aiutati. Purtroppo alcune famiglie non possono permetterselo. Anche per loro è nata la seduta sospesa», conclude la Dottoressa Cozzolino.